Ayuda
Ir al contenido

Dialnet


Madmen to untie. Bioethics between respect of cultural practices and human rights

  • Autores: Alessia Maccaro
  • Localización: Medicina y Ética: Revista internacional de bioética, deontología y ética médica, ISSN-e 2594-2166, ISSN 0188-5022, Vol. 28, Nº. 1, 2017, págs. 167-184
  • Idioma: inglés
  • Enlaces
  • Resumen
    • English

      In Africa, demonology, cults, rituals and religious myths are very often combined with issues related to health care. Today the over- lap between insanity and demonic possession is still widely wides- pread. It is typical of the animist mentality that leads to the serious problem of psychiatric patient marginalization and restraint. The mentally ill arouses dread in the community that fears the conta- gion, so in most cases, the patient commits herself/himself to reli- gious sects or to prayer centers, where the healers, shamans and gurus charge very high prices to imprison the patient in tree trunks or to chain up the patient to stumps or concrete blocks, in order to neutralize the evil force. Life in chains makes the sick pa- tients lame, and sometimes leads them to death for malnutrition and neglect.

      In this way, issues related to health and health care, intersec- ting with religious rituals, involve bioethics and rights compared with a problem that cannot be postponed any further. It is a matter of barbarity that takes place in the complete disregard of who and of the major international organizations, aware of the nightmare experienced by these “prisoners” since at least 30 years, when Gregoire Ahongbonon from Benin, the “black Basaglia”, establis- hed in the Ivory Coast his “Saint Camille de Lellis of Bouaké” and –literally– began to release the mentally ill patients from the chains.

      The proposed analysis aims to clarify that, even if respecting the different cultures, there is a limit that cannot be crossed: the respect of human rights that is the basis and the foundation of every discourse on pluralism and interculture.

    • italiano

      Demonologia, culti, ritualità e miti religiosi molto spesso in territo- rio africano si congiungono con questioni relative alla cura. Ad oggi ancora diffusissima è la sovrapposizione tra insanità mentale e possessione diabolica, tipica della mentalità animista che con- duce al gravoso problema dell’emarginazione e della contenzione del paziente psichiatrico. Il malato mentale incute paura alla co- munità che ne teme il contagio, sicché il più delle volte, si affida il malato a sette religiose o a centri di preghiera, in cui i sedicenti guaritori, sciamani e santoni si fanno pagare cifre molto elevate per imprigionare all’interno di tronchi di albero o incatenare a cep- pi o blocchi di cemento l’ammalato, così da neutralizzare la poten- za maligna. La vita in catene rende gli ammalati storpi, talvolta li porta alla morte per malnutrizione ed incuria.

      In questo modo questioni relative alla salute, alla cura, incro- ciandosi con ritualità religiose, chiamano irrimediabilmente in cau- sa la bioetica ed i diritti rispetto ad un problema non più posponi- bile. Si tratta di una barbarie cheavviene nel completo disinteres- se dell’ OMS e delle grandi organizzazioni internazionali che conos- cono l’incubo diquesti “prigionieri” almeno da 30 anni, da quandoCosta d’Avorio la sua “Saint Camille de Lellis di Bouaké” e ha co- Dipartimento di Studi Umanistici, Università degli Studi di Napoli Federico II, Napoli, Italia Ricevuto il 4 febbraio 2016; Accettato il 15 marzo 2016minciato –letteralmente– a liberare imalati di men- te dalle catene.

      L’analisi proposta intende precisare che, pur nel rispetto delle differenti culture, c’è un limite che non è possibile valicare: quello del rispetto dei diritti umani che è la base ed alla base di ogni dis- corso sul pluralismo e sull’Intercultura.

      il beninese Gregoire Ahongbonon, il “Basaglia nero” ha fondato in


Fundación Dialnet

Dialnet Plus

  • Más información sobre Dialnet Plus

Opciones de compartir

Opciones de entorno