Chiara Fedriani, Piera Molinelli
This paper focuses on the development, paradigmaticization, and productivity of a set of complex pragmatic markers in Italian, which are constituted by two distinct elements, namely the adversative conjunction ma ‘but’ and a deverbal pragmatic marker (e.g., ma dai ‘come on! really!’, literally: ‘but give’, or ma piantala ‘just stop! give it a rest!’, literally ‘but dumpit’). The main idea we will develop is that such a complex pattern can be better described in terms of a pragma-dyad, i.e., a dyadic construction with a pragmatic meaning, featuring a fixed element which systematically combines with a set of preferential fillers. In our case, the fixed element is ma, whichgenerally signals a contrast with the interlocutors’ point of view, thus shaping the pragmatic meaning of the resulting complex in terms of interactionalcontrast. Such a meaning is then functionally enriched through a variety of fillers compatible with the schema, which actualize it in conveying mock politeness, disagreement, counter-expectation, and pragmatically neighbouring values. By providing a corpus-based study of the development and productivity of these complex markers, we illustrate the empirical and theoretical advantages which a pragma-dyadic approach can offer in exploring processes of functional enrichment involving complex markers.
Questo articolo prende in considerazione lo sviluppo, la paradigmaticizzazione e la produttività di una serie di marcatori pragmatici complessi dell’italiano contemporaneo costituiti da due elementi distinti, ossia la congiunzione avversativa ma e un marcatore pragmatico deverbale (ad es., ma dai, ma piantala). Secondo il nostro studio, questo schema complesso può essere descritto nei termini di una diade pragmatica (pragma-dyad), cioè una costruzione diadica avente una funzione procedurale composta da un elemento fisso che si combina con una serie di possibili forme preferenziali. Nel caso qui analizzato l’elemento fisso è appunto ma, che generalmente segnala un contrasto con il punto di vista dell’interlocutore, connotando quindi il valore pragmatico della forma complessa risultante nel senso di un contrasto interazionale. Questo valore di base è poi funzionalmente rimodulato tramite la giustapposizione con diversi fillers compatibili con lo schema, che contribuiscono ad attualizzarlo nel contesto interazionale con sfumature pragmatiche differenti ma riconducibili al nucleo funzionale centrale relativo al contrasto: ad esempio, disaccordo, controaspettatività, mock politeness. Tramite uno studio su corpus, in questo articolo illustriamo i vantaggi empirici e teorici che la nozione di diade pragmatica può offrire nell’indagine di processi di arricchimento funzionale che coinvolgono marcatori complessi
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