Il Decameron (1971) di Pasolini si pone alla confluenza fra adattamento e appropriazione del libro di novelle: attuando un processo di napoletanizzazione del testo sul piano linguistico, etno-musicale e socio-antropologico, l’autore mette in scena il trionfo della vitalità popolare, sullo sfondo di un Sud ancestrale. La sua versione filmica – lungi dalla semplice trasformazione dal linguaggio scritto a quello audiovisivo – comporta dunque un’inedita interpretazione del libro, in funzione dell’elogio rivoluzionario del passato quale antidoto all’omologazione della civiltà consumistica. ★ In his Decameron (1971) Pasolini sits halfway between adaptation and appropriation of the book of tales. By Neapolitanizing the text on a linguistic, ethno-musical and socio-anthropological level, the author stages the triumph of popular vitality, to the backdrop of an ancestral South. His film version – far from being a simple translation from a written language to an audiovisual one – involves an original interpretation of the book, aiming at a revolutionary eulogy of the past as an antidote to the homologation of consumer society.
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