Il cinema narrativo, quello che tutti conosciamo, quello che racconta una storia, è una sorta di teatro filmato. Per Kubelka però non è questa l’essenza del cinema, la cui peculiarità sta nella possibilità di scandire il tempo tramite immagini e suoni con una precisione di ventiquattro fotogrammi al secondo. Certo, con questo strumento si possono anche raccontare storie. Ma si possono pure creare opere che vanno ben al di là (o che rimangono al di qua) della narrazione. Melodie visive e sonore concentrate anche in un solo minuto.
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