Novanta, che dal comunismo reale di marca sovietica si sarebbe potuti passare a regimi democratici, aperti, ma con una forte connotazione social-laburista, ha dovuto presto rassegnarsi all’impraticabilità di una tale transizione. A distanza di anni, possiamo dire che ebbero ragione coloro che sin da subito affermarono che l’89 non fu tanto una vittoria della democrazia sul totalitarismo, quanto del capitalismo sull’economia di piano sovietica.
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