Fra le commedie di Alfieri si distingue "La Finestrina", che l'autore stesso definisce 'aristofanica', benché - argomenta Giunta - la questione delle fonti si riveli molto più complessa. All'interno del dramma un rilievo particolare è assegnato a un Maometto cinico e smisuratamente ambizioso. Tale connotazione negativa del personaggio si configura, secondo lo studioso, come un rovesciamento rispetto alla figura di generoso emancipatore dei popoli, come appare invece nel trattato "Del principe e delle lettere" e nella satira "L'Antireligionería". E la ritrattazione risulta ancora più notevole - rileva l'A. - se si considera che il Maometto alfieriano si rivela ambiguamente simile al freddo e bramoso Maometto della tragedia "Le Fanatisme" del disprezzato Voltaire, suggerendo in questo modo una sorta di riallineamento dell'ideologia di Alfieri a quella di Voltaire e dei 'philosophes'. Per definire il personaggio di Maometto e alcuni suoi aspetti biografici, Alfieri poté avvalersi - conclude Giunta - non solo degli scritti del filosofo francese ma, con ogni probabilità, di una vasta produzione settecentesca, fra trattatistica e storiografia
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