Il 4 dicembre 1531 Paolo Giovio scrive a Federico Gonzaga, duca di Mantova, per chiedere un perfetto balsamo per conto di Vittoria Colonna. Nel "Dialogus de viris et foeminis aetate nostra florentibus" Giovio riprende il dettaglio del balsamo e tratteggia la figura della Marchesa di Pescara secondo un duplice piano, in cui trovano posto l’eleganza sensuale e raffinata di balsami e profumi, ma anche il rigore spirituale, e quasi “virile”, di una vita ascetica. In tal modo Giovio costruisce un ritratto memorabile della Marchesa per raccontare il declino di un’epoca dopo il sacco di Roma e la dimensione etica personale di una figura centrale del Rinascimento.
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