L’economia italiana registra da lungo tempo una dinamica deludente alla quale i mutamenti politici e istituzionali non hanno portato alcun giovamento. Non sono mancate interpretazioni da parte di economisti e altri scienziati sociali sulle cause di queste difficoltà, e proposte su come uscirne. In questa nota ci si sofferma sul contributo di Fausto Vicarelli (1936-1986), che, riproponendo il “genuino” pensiero di Keynes, pone al centro della sua proposta di analisi e di politica economica la “crisi dell’accumulazione” che ha segnato le economie occidentali non solo del suo tempo.
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