L’Autore vuole sottolineare che due sono i capisaldi sui quali si fonda e vive il nostro ordinamento penalistico: il principio di legalità, sul piano sostanziale, ed il principio di obbligatorietà dell’azione penale, sul piano processuale. Tuttavia, dallo scritto emerge come nella pratica giudiziaria ciò non trovi applicazione effettiva, in seguito ad un pubblico ministero che dichiara apertamente la propria personale scelta di non rispettare l’obbligo di agire e ad un g.i.p. che, con acrobazie argomentative che tutto riescono a fare meno che riabilitare il perentorio dictum del p.m., archivia un’indagine bloccata dal rappresentante dell’accusa in aperta (e dichiarata) violazione di legge.
© 2001-2024 Fundación Dialnet · Todos los derechos reservados