L’Autore pone l’attenzione sull’Art. 41-bis, inizialmente, analizza la sua compatibilità con le norme convenzionali, stabilendo che, in via generale, la disposizione penitenziaria non viola i principi stabiliti dalla C.e.d.u., configurandosi quale strumento necessario per interrompere definitivamente i legami tra i soggetti detenuti e le organizzazioni criminali, evidenzia però la necessità di un intervento in via correttiva su singoli aspetti della disciplina, denunciandone il contrasto con gli artt. 3, 6, 8 e 13 Convenzione. Il secondo passaggio dello scritto riguarda l’assetto normativo vigente ossia l’ampliamento del novero dei destinatari, l’inasprimento del regime carcerario e la neutralizzazione della discrezionalità giurisdizionale.
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