Il d.l. 18 febbraio 2015, n. 7, convertito nella l. 17 aprile 2015, n. 43, ha introdotto una sorta di nuovo “statuto” della prova informatica e telematica dedicando particolare attenzione alla conservazione dei dati traffico, al fine di contrastare gravi reati di terrorismo e criminalità organizzata. Le modifiche al sistema previgente, tuttavia, sono state accolte con reazioni di segno diametralmente opposto: da un lato vi è chi le ha ritenute condivisibili e conformi a quanto previsto dalla sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, Digital Rights Ireland Ltd, dall’altra vi sono coloro che invece hanno visto nell’allungamento dei tempi di conservazione dei dati di traffico telefonico e telematico una preoccupante alterazione dell’equilibrio tra privacy e sicurezza.
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