La casa della giustizia è la scuola, non il tribunale. A questa conclusione è arrivato uno dei più noti magistrati italiani, membro del pool di Mani pulite, dopo 33 anni in magistratura. A che serve, infatti, amministrare la giustizia in un paese in cui la corruzione gode di più consenso delle regole, dove troppo spesso il furbo è ammirato e l’onesto deriso come ingenuo?
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