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Resumen de L’inferno in Garfagnana.: Per una lettura della satira IV di Ludovico Ariosto

Paolo Marini

  • A partire dalla specificità di un incipit in cui l’apostrofe al destinatario è relegata in secondo piano rispetto alla localizzazione cronotopica dell'io, si propone una lettura della IV satira ariostesca centrata sull'analisi del paesaggio come oggetto poetico privilegiato dall’autore per rendere la drammaticità di una congiuntura biografica senza precedenti. La caratterizzazione infernale del labirinto garfagnino, perfezionata con l’apporto fondamentale dell'ipotesto dantesco, definisce di riflesso la crisi di un Ariosto dannato fra i dannati. In questo scenario da Malebolge – agevolmente estendibile al contesto degenerato delle grandi corti della Penisola – la poesia è costretta giocoforza al silenzio e l’azione morale della voce satirica si riduce alla tutela dell’istinto di sopravvivenza. Resiste, invece, nella strenua opposizione al dilagare della violenza, la scrittura epistolare del commissario ducale rappresentata nello scambio continuo con la corte estense. Si osserva così come l’impossibilità di rimettere nelle mani del duca Alfonso il dono malgradito del mandato di governo determini la realizzazione degli incubi peggiori paventati nella satira I: dall’abbandono dell’attività letteraria e dello spazio di libertà che essa garantisce, all’esilio in una terra inospitale lontana dagli affetti ferraresi, con la conseguente perdita degli equilibri interni su cui l’io satirico fonda il proprio autoritratto.


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