L’autrice analizza una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che ha ravvisato la violazione dell’art. 5, § 1, C.e.d.u a seguito dell’irregolare protrazione della privazione della libertà personale nell’ambito di una procedura per l’identificazione e l’espulsione. Oltre la descrizione del caso concreto, nel commento si ripercorrono le linee interpretative adottate dalla giurisprudenza di Strasburgo in punto di limitazioni alla libertà personale e prerogative procedurali da seguire ai fini della regolarità della detenzione.
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