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De Ghismonda à Panfila: Cammelli et la première réécriture dramaturgique de la nouvelle IV, 1 du "Décaméron"

  • Autores: Danielle Boillet
  • Localización: Studi sul Boccaccio, ISSN 0585-4997, Nº. 46, 2018, págs. 235-274
  • Idioma: italiano
  • Texto completo no disponible (Saber más ...)
  • Resumen
    • italiano

      L’articolo si concentra su un aspetto della fortuna drammatica del Decameron, cioè sulla Panfila d’Antonio Cammelli detto il Pistoia (1436-1502). Composta e, se non rappre-sentata, per lo meno letta nel 1499, pubblicata postuma nel 1508 con una dedica ad Ercole I d’Este, la Panfila è la prima di almeno sei tragedie ispirate alla novella di Ghismonda (IV, 1) ma generate in tutt’altro ambiente, tra la Firenze di Cosimo I (la Gismonda di Razzi, 1569), la Parma degli Innominati (il Tancredi di Torelli, 1598) e la Bologna dei Gelati (il Tancredidi Campeggi, 1614). L’interesse della tragedia nell’ambito delle problematiche delle corti è stato ricordato di recente in un contributo di M. Bosisio, il solo notevole sulla Panfila con quello di S. Morini dopo il consistente studio di M. Aurigemma nel 1968. In queste pagine ci si concentra invece sulla doppia linea dell’intertestualità in atto nella Panfila, narrativa e teatrale. Così, in un primo tempo si parte da V. Branca e F. Poletti per considerare i rappor-ti della Panfila con le riscritture latine di Bruni e di Beroaldo e volgari di F. Accolti e Beni-vieni, ma anche con il fortunato cantare di Guiscardo e Gismonda, che non era stato finora preso in considerazione, e in un secondo tempo si esaminano, precipuamente attraverso la rete delle rime, gli echi dei drammi allestiti nell’Italia padana (la Danae del Taccone, l’Orfeo di Poliziano e l’Orphei tragoedia) o toscana (la Rappresentazione di Lorenzo de’ Medici, la Virginia di B. Accolti). L’ambizione drammaturgica del Cammelli si esibisce sin dal prolo-go, nella finta attribuzione della tragedia a Seneca e quindi con la trasposizione della favola in una Tebe per altro improbabile, ma si rivela anche attraverso le corrispondenze interne delle rime che scandiscono lo svolgimento dell’azione, con un impegno che è f rutto dell’e-mulazione del teatro contemporaneo, e in particolare, come viene illustrato con proposte inedite, della "Rappresentazione di Giovanni e Paolo di Lorenzo de’ Medici".

    • English

      This paper focuses on one aspect of the dramaturgic success of the Decameron, name-ly the Panfila by Antonio Cammelli called Pistoia (1436-1502). Written and staged, or at least read, in 1499, published posthumously in 1508 with a dedication to Ercole I d’Este, Panfila is the first of at least six tragedies, all inspired by the novel of Ghismonda (IV, 1) but produced in different contexts, the Florence of Cosimo I de’ Medici (Razzi’s Gismon-da, 1569), the Parma of the Innominati (Torelli’s Tancredi, 1598), and the Bologna of the Gelati (Campeggi’s Tancredi, 1614). The importance of this play with regard to the issue of Italian courts has been recently recalled in a paper by M. Bosisio, the only remarkablecontribution on the Panfila alongside that by S. Morini after the substantial essay byM. Aurigemma in 1968. This paper focuses instead on the narrative and dramaturgic inter-textuality which characterizes the Panfila. Building on contributions by V. Branca andF. Poletti, it firstly investigates Panfila’s links with both the Latin rewritings by Bruni and Beroaldo and the Italian vernacular ones by F. Accolti and Benivieni, but also with the successful cantare of Guiscardo and Gismonda, which has not been taken into account so far. Secondly, it examines, primarily through the network of rhymes, the echoes of plays produced in the Po valley (Taccone’s Danae, Poliziano’s Orfeo, and Orphei tragoedia) and in Tuscany (Lorenzo’s Rappresentazione, B. Accolti’s Virginia). Cammelli’s dramaturgic ambition already shows up in the prologue, in the fictional attribution of the tragedy to Seneca and in the implausible transposition of the story to Thebes. It also appears through the internal correspondences of the rhymes, which articulate the progress of the plot, in an effort originating f rom the emulation of contemporary dramas and more specifically, as illustrated by new propositions, of Lorenzo de’ Medici’s "Rappresentazione di Giovanni e Paolo"


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