Secondo due storici, Franco Cardini e Nancy Bisaha, l'Oriente del Petrarca non è che una ripresa di antichi stereotipi. Il saggio si propone di ricostruire l'immagine dell'Oriente attraverso le affermazioni che sono sparse nell'opera petrarchesca. Risulta che la denigrazione dell'Oriente è uno stratagemma per rispondere all'idea del disfacimento dell'universo concepito come unità. Accanto alla svalutazione aggressiva dell'Oriente, che nega il cambiamento avvenuto, si riscontra anche nei Triumphi l'abolizione dell'alterità dell'Oriente in favore di un modello del mondo come interazione fra centro (Roma) e periferia (il resto) che, però, non regge. Nel Canzoniere, pertanto, il Petrarca prende lo spunto dalla irreversibilità del disfacimento e corre ai ripari sostenendo, per la prima volta, l'Europa come nuova entità politica-culturale che si oppone all'Oriente e, al contempo, ne recupera velatamente i suoi pregi. Nel Canzoniere il Petrarca cerca di trasferire il centro del mondo dall'Oriente in Europa, di ’occidentalizzarlo‘ e con ciò getta intellettualmente le basi per l'ascesa futura del continente.
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