Dirigente politico comunista di alto livello e uomo di cultura raffinato, Antonio Gramsci è una delle personalità più significative tra gli intellettuali del Novecento italiano. Particolarmente notevole è l’insieme degli scritti di interesse linguistico-letterario nei quaderni vergati nei lunghi anni di prigionia sotto il regime fascista e pubblicati dopo il 1945. A rileggere oggi queste note carcerarie è facile rendersi conto che il loro punto focale è d’indole non storica ma teorica: riguarda infatti il problema generalissimo dei destinatari dell’attività di scrittura
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