Il saggio situa un sonetto di Torquato Tasso (1544–1595): "Quanto piú ne l’amarvi io son costante", nella produzione lirica del poeta, insiste sulle qualitá retorico-stilistiche del testo e illustra il ruolo del tema della costanza nella poesia amorosa dall’antichitá al Cinquecento. Cerca poi di dimostrare che le metafore del "tranquillo porto" e del "dolce seno", che fi gurano nell’ultimo verso del sonetto, rappresentano la fi losofi a cristiana, si sofferma sull’acutezza che chiude il componimento e rifl ette sulla posizione del testo nell’edizione Osanna (Mantova 1591), autorizzata dal poeta, nonché sul legame tra il componimento e due altre poesie dell’autore.
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