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Pacta Servabo: Riflessioni sulla categoria generale del contratto

  • Autores: Sara Parini Vincenti
  • Localización: Studia et documenta historiae et iuris, ISSN 1026-9169, Nº 83, 2017, págs. 433-448
  • Idioma: italiano
  • Texto completo no disponible (Saber más ...)
  • Resumen
    • italiano

      Questo saggio è dedicato all'affermazione del principio dell'efficacia vincolante dei nuda pacta. I problemi sollevati da questi ultimi e la loro assunzione a categoria centrale dell'intero "sistema contrattuale del diritto comune" impregnarono a tal punto l'attività ermeneutica di generazioni di glossatori e commentatori da costituire non solo uno degli scenari più idonei per cogliere la notià introdotte dalla scienza giuridica medievale, rispetto al dettato romanistico, ma anche da rappresentare il terreno più favorevole per cogliere la profondità del ragionamento dei primi legisti. Non sembri infatti un parodosso, ma un diritto dei contratti emerse per la prima volta piuttosto tardi e, più precisamente, nelle opere dei giuristi europei del XVI secolo e di quello immediatamente succesivo. Nei secoli precedenti non existeva un paradigma contrattuale. In età intermedia il momento del consenso appare depresso da una prassi ligia all'esigenza che esso si esprima in comportamenti esteriori che si traducano almeno in contratti verbali o, al limite, reali. Solo con l'affermazione della nuova sensibilità umanistica e il tranferimento del piano del dibattito da quello processuale a quello sostanziale la riflessione cinquecentesca attribuisce al concetto di contractus di un ruolo centrale quale nozione in grado di fissare una struttura comune che prossa la discussione apre all'efficacia obbligatoria dei negozi, coniungando in un singolare sincretismo le esigenze di scienza e prassi. Fra l'incalzare del fenomeno economico e il silenzio della legislazione si impone cos`un nuovo e più equilibrato quadro negoziale in cui l'obbligazione di una parte trova finalmente la propria ragione d'eseere nella corrispettiva obbligazione dell'altra, mentre la ricerca de un archetipo contrattuale rimane un 'exigenza pressoché insoddisfatta fino alla codificazione.

    • English

      This study focuses on the emergence of the principle that nuda pacta are binding. As these kinds of contracs rose to prominence within the entire "ius commune contract system", the interpretative skills of generations of glossators and commentators would be put to the test over te problems such contract raised. Thus, not only is this one of the most appropiate conexts in which to analyze the innovations an occcasion to examine the efforts and depth of reasoning employed by the first legisti. Thought it may seem paradoxical, contract law emerged for the first time relatively late in historical terms, specifically in the works of sixteenth- and seventeenth- century European jurists.

      There was no contractual model in the preceding centuries; even in the Middle Ages, the prevailing practice for reaching an agreement necessitated outward expressions of consent, resultin in verbal contracts at the very least, and real contracts at the most. Only with the affirmation of Humanism, when the debate shited from the procedural level to the substantive level, did sixteenth-century jurist attribute a central role to the concep of contractus. In so doing, a common framework was established under which diffrent forms of agreements could to be qualified as "contracts". In the seventeenth century the debate came of accept the binding nature of contracs, thereby uniting theoretical and practical needs under one school of thought. That, combined with the increasing economic development of the time and inaction on the part of legislators, led to a new, more balanced contractual framework, wherein the raison d'être of one party's obligation was finally to be found in the reciprocal obligation of the other party. Nonetheless, the need for a contractual archetype would not be met until codification.


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