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Il Concordato del 2012 tra la Santa Sede e la Repubblica del Burundi alla prova di un’inculturazione che precede il diritto alla libertà religiosa

    1. [1] Magna Graecia University

      Magna Graecia University

      Catanzaro, Italia

  • Localización: Ius ecclesiae, ISSN 1120-6462, Vol. 30, Nº 2, 2018, págs. 571-591
  • Idioma: italiano
  • Texto completo no disponible (Saber más ...)
  • Resumen
    • English

      The Holy See has intensified its concordat policy in Africa in recent years. The Bujumbura Concordat (2012), built on the dominant model of the framework agreements, it is based on two cornerstones : the mission and the local episcopate. The Church confronts two orders of problems in Burundi : one, of an anthropological-cultural type (the comparison with the traditional models and the ethnicquestion); the other, politician (the widespread corruption in the ruling class). These problems overlap : it is confirmed in the discipline, sometimes evanescent, of some institutions: marriage, religious assistance and formation in the Armed Forces, freedom of the press and teaching. This state of affairs, together with the serious institutional insanity, exalts the local episcopate and its fundamental role of mediation (also in the international organization of African episcopates) between evangelization and the awakening of consciences.

    • italiano

      La Santa Sede negli ultimi anni ha intensificato la sua politica concordataria in Africa. Il Concordato di Bujumbura (2012), costruito sul modello oggi dominante degli accordi-quadro, poggia su due cardini : la missione e l’episcopato locale. La Chiesa affronta in Burundi due ordini di problemi: l’uno, di tipo antropologico-culturale (il confronto con I modelli tradizionali e la questione etnica); l’altro, politico (la corruzione diffusa nella classe dirigente). Questi problemi si sovrappongono: se ne ha conferma nella disciplina, talvolta evanescente, di alcuni istituti pattizi: il matrimonio, l’assistenza e formazione religiosa nelle Forze Armate, la libertà di stampa e di insegnamento. Tale stato di cose, unito alla grave insanabilità istituzionale, esalta l’episcopato locale ed il suo fondamentale ruolo di mediazione (anche nella dimensione dell’organizzazione internazionale di episcopati regionali africani) tra evangelizzazione e risveglio delle coscienze.


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