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Resumen de Machiavelli e l’eternità del mondo

Lucio Biasiori

  • Nel quinto capitolo del secondo libro dei Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio Machiavelli affronta il problema dell’eternità del mondo. Si trattava, fin dal me­dioevo, di una opinione in contrasto sia con il dogma della creazione dal nulla sia con quello del giudizio finale, ed era perciò oggetto di una netta condanna da parte della Chiesa. Machiavelli prende una posizione enigmatica: mentre confuta le obiezioni portate contro l’eternità del mondo, non per questo abbraccia tale tesi apertamente. Per questo motivo gli studiosi non sono ancora riusciti a ren­dere pienamente ragione di quale fosse la sua opinione. Alcuni lo considerano un sostenitore dell’eternità del mondo, altri pensano che non abbia voluto prendere posizione sul problema perché non ne aveva l’interesse. Questo articolo risolve tale enigma portando l’attenzione per la prima volta sulla fonte che Machiavelli utilizzò per trattare un tema cosí controverso, riscrivendo un lungo passo di un libro che aveva in casa, nella biblioteca del padre, vale a dire il Commentario di Macrobio al Somnium Scipionis di Cicerone. L’analisi testuale e contestuale di questa lettura di Machiavelli colloca nelle discussioni teologiche di inizio Cinquecento il piú esteso giudizio filosofico da lui mai formulato e in tal modo permette per la prima volta agli studiosi di comprenderne a pieno tutte le implicazioni.


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