Questo articolo intende contribuire alla definizione di un "partito" o "scuola" costituito da Antonio Genovesi e dai suoi allievi nella Napoli del secondo settecento, attraverso un’analisi puntuale dei rimandi testuali alla Cina, alla sua costituzione politica e alla sua vita economica che si ritrovano nei lavori di Genovesi, di Nicola Fortunato, di Giuseppe Maria Galanti. Una tale analisi mette in evidenza come la Cina costituisse una vera e propria "eterotopia", il luogo cioè in cui sembravano trovare realizzazione le proposte di riforma degli illuministi napoletani: un sovrano assoluto circondato di funzionari illuminati dalla propria conoscenza dell’economia civile. Genovesi e i suoi allievi si candidavano quindi a divenire l’equivalente napoletano dei mandarini cinesi
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