I rifugi glaciali e le zone a parco periglaciale in Europa e nelle Alpi meridionali hanno consentito durante i periodi glaciali plurimi del Pleistocene la sopravvivenza di molte specie di molluschi e la loro diffusione negli interglaciali. Le diverse modalità di espansione postglaciale, le possibilità di colonizzare habitats differenti, l’apparizione di sottospecie sono state approfondite dagli studi di filogeografia dai quali emerge la scarsa attitudine di specie calciofile e rupicole a colonizzare ampi territori. Vengono ripresi e discussi alcuni argomenti parzialmente trattati in passato su Chilostoma cingultum gobanzi della zona montana di Val Toscolana e Val Vestino, rifugio glaciale nell’Ultimo Massimi Glaciale. In dettaglio si analizzano il rapporto tra diametro del nicchio e diffusione in quota, la localizzazione delle popolazioni con presenze significative di individui di taglie eccessive (forme nane e forme giganti), l’abbondanza di individui in alcune stazioni isolate, lo sviluppo demografico presso due popolazioni. I risultati di quest’ultimo studio non sono risolutivi a causa dell’accentuato comportamento di homing accertato presso C. c. gobanzi. Le popolazioni con alta frequenza di individui nani sono arroccate su rocce di piccole dimensioni emergenti tra le malghe ove non esistono continuità territoriali con altre formazioni rocciose. L’isolamento appare attualmente come un fattore importante ma forse non unico a determinare il nanismo; altri fattori come l’aridità ambientale o l’esposizione meridionale appaiono probabili. La collocazione di alcune stazioni ritenute significative per la presenza di individui di grossa taglia hanno esposizione verso quadranti settentrionali. Non si esclude una certa casualità. Le colonie di C. c. gobanzi in un’area collinare distante da quella tipica montana fanno emerger il problema sulla sua diffusione e suoi spostamenti nel Pleistocene e Olocene.
Isolation, dwarf and giant shell shapes by Chilostoma (Cingulifera) cingulatum gobanzi (Frauenfeld, 1867). A case study. Glacial refugia and areas of periglacial parkland in Europe and in the Southern Alps have allowed the survival of many species of mollusc during the glacial periods of the Pleistocene and their diffusion during interglacials. Understanding of the different modes of post-glacial expansion, the possibility to colonise different habitats and the occurrence of subspecies has been expanded by phylogeographic studies, which reveal the scarce predisposition of calciphile and rupicolous species to colonise vast territories. This paper will touch on a few subjects partially dealt with in the past regarding Chilostoma cingultum gobanzi in the montane area of Val Toscolana and Val Vestino, a glacial refugia during the Last Glacial Maximum. The relationship between shell diameter and altitude diffusion, the localisation of populations with significant presence of extreme size individuals (dwarf and giant shell shapes), the abundance of individuals in isolated sites, and the demographic development within two populations, will be discussed. The results of the latter study, however, are not conclusive due to the emphasized homing behaviour of C. c. gobanzi. The populations with high frequency of dwarf individuals are situated on small rocks emerging between the mountain pastures where there are no territorial connections with other rock formations. The isolation appears to be an important factor, though possibly not the only one to determine the dwarfism; other factors such as the environmental aridity or the southerly exposure appear plausible. Some sites considered important for larger individuals have a northerly exposure, thereby not excluding a certain causality. The colonies of C. c. gobanzi in a hill area distant from the typical montane habitat highlight the issue regarding its diffusion and movements during the Pleistocene and Holocene.
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