In un paese come l’Italia in cui un ministro leghista solo qualche anno fa definiva gli africani ‘bingo bongo’, non c’è proprio da avere paura dell’egemonia del politicamente corretto. Che invece spopola nelle università americane, dove d’altronde è nato decenni fa, producendo esiti spesso paradossali che riguardano soprattutto le facoltà umanistiche. In alcuni dipartimenti ormai l’ideologia regna sovrana: chiunque pensi che ci siano solo due sessi è un nemico del popolo che va ostracizzato, mentre chi ritiene che Shakespeare valga comunque una lettura se si studia letteratura inglese non è altro che un bianco imperialista. Un approccio che – lungi dal servire la causa dell’apertura dei canoni tradizionali – si traduce in chiusura identitaria e annullamento dello spirito critico.
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