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The law-technology cycle and the future of work

  • Autores: Simon Deakin, Christopher Markou
  • Localización: Giornale di diritto del lavoro e di relazioni industriali, ISSN 1720-4321, Vol. 40, Nº. 2, 158, 2018, págs. 445-462
  • Idioma: inglés
  • Títulos paralelos:
    • Il ciclo diritto-tecnologia e il futuro del lavoro
  • Texto completo no disponible (Saber más ...)
  • Resumen
    • English

      Features of the "fourth industrial revolution", such as platforms, AI and machine learning, pose challenges for the application of regulatory rules, in the area of labour law as elsewhere. However, today’s digital technologies have their origins in earlier phases of industrialisation, and do not, in themselves, mark a step change in the evolution of capitalism, which was, and is, characterised by successive waves of creative destruction. The law does not simply respond to technological change; it also facilitates and mediates it. Digitalisation, by permitting the appropriation of collective knowledge, has the capacity to undermine existing forms of regulation, while creating the space for new ones. It may erode the position of some professions while enabling others, complementary to new technologies, to emerge. It is unlikely to bring about the redundancy of forms of labour law regulation centred on the employment relationship. We appear to reaching a point in the law-technology cycle where push-back against regulatory arbitrage can be expected.

    • italiano

      Gli elementi della "quarta rivoluzione industriale", quali l’impiego delle piattaforme, l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico, pongono nuove sfide per il diritto positivo, in particolare per il diritto del lavoro (ma non solo). Tuttavia, le odierne tecnologie digitali hanno origine in fasi meno recenti dell’industrializzazione, e non costituiscono, in quanto tali, una novità nell’evoluzione del capitalismo, che era, ed è, caratterizzato dal susseguirsi di ondate di "distruzione creativa". La legge non solo risponde al cambiamento tecnologico, ma ha anche la funzione di facilitarlo e di mediarne gli effetti. La digitalizzazione, permettendo l’appro¬priazione della conoscenza collettiva, ha la capacità di depotenziare le esistenti forme di regolamentazione, creando, allo stesso tempo, lo spazio perché se ne sviluppino di nuove. Essa potrebbe eliminare alcuni lavori per crearne altri, complementari alle nuove tecnologie. È improbabile che si verifichi un’espansione della regolazione del rapporto di lavoro; piuttosto, sembra che siamo giunti, nel rapporto fra diritto e nuove tecnologie, al punto in cui è lecito attendersi un arretramento dell’intervento legislativo.


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