Nata in America Latina come frutto di una rilettura del Concilio Vaticano II a partire dagli ultimi, la Teologia della liberazione non ha avuto vita facile. Invisa a Giovanni Paolo II per aver adottato gli strumenti dell’analisi marxiana della storia, non ha avuto sorti migliori con Benedetto XVI. È con papa Francesco che cessa di essere un’eresia e ha termine l’assedio mantenuto verso i suoi esponenti. Ma bastano i gesti di Bergoglio per concludere che la Chiesa abbia fatto propria la radicalità dell’opzione per i poveri che è il nucleo di questa teologia?
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