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Diritto alla riservatezza e danno non patrimoniale nella recente giurisprudenza della Suprema Corte italiana

    1. [1] Università “Mediterranea” di Reggio Calabria
  • Localización: Revista Electrónica de Direito. RED, ISSN-e 2182-9845, Nº. 2, 2015
  • Idioma: italiano
  • Títulos paralelos:
    • Right to privacy and non-patrimonial damage in current Italian Supreme Court jurisprudence
  • Enlaces
  • Resumen
    • English

      On 11th November 2008, four important decisions of the Italian Corte di Cassazione (United Sections) fixed a new and singular interpretation of Article 2059 of the Italian Civil Code (about “non-patrimonial damage”), by establishing principles that must be applied by all Italian courts.

      According to the Supreme Court Judges, compensation of non pecuniary loss requires previous assessment of the elements of civil tort (conduct – damage – causation) and, in cases where the law does not specifically provide for its recovery, compensation can be allowed only where there is a grave violation of the constitutional rights of the person and the damage is serious.

      The Third Section of the Court decided some months ago to apply the same rules in the matter of the right to privacy (although in this case there is a specific provision for the compensation of non-patrimonial damages).

      The solution cannot be shared. The “filters” introduced by the Supreme Court appear to be more appropriate for the evaluation of the “quantum” rather than the “an” debeatur. The recent interpretation of Article 2059 and of many rules created to protect important fundamental rights (like privacy) ultimately takes the Italian Juridical System very far from the models and the guide-lines followed in Europe

    • italiano

      Quattro importanti sentenze delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione italiana hanno fornito, l'11 Novembre 2008, una nuova e singolare interpretazione dell'art. 2059 del codice civile italiano (riguardante il "danno non patrimoniale"), dettando princìpi che dovranno essere applicati da tutti giudici in Italia. Secondo la Suprema Corte, il risarcimento del pregiudizio non patrimoniale richiede il previo accertamento degli elementi dell'illecito civile (condotta, danno, nesso eziologico) e, nei casi in cui non sia la legge a prevedere espressamente la sua riparazione, il ristoro può essere accordato al danneggiato solo in presenza di una lesione grave di diritti costituzionalmente garantiti e se il danno risulti serio.

      La Terza Sezione Civile della Corte ha deciso alcuni mesi fa di applicare le stesse regole in materia di privacy (nonostante in questi casi vi sia una specifica previsione legislativa circa la risarcibilità dei danni non patrimoniali). La scelta non può essere condivisa. I "filtri" introdotti dalla Suprema Corte sembrano essere più appropriati per la valutazione del "quantum" che dell'"an" debeatur.

      La recente interpretazione dell'articolo 2059 e di molte norme elaborate per tutelare importanti diritti della persona (come quello alla privacy) continuano a porre l'ordinamento giuridico italiano lontano dai modelli e dalle linee-guida seguiti in Europa.


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