La giustificazione causale del licenziamento per motivi oggettivi nella giurisprudenza di legittimità

• Autores: Luca Calcaterra
• Localización: Diritto delle relazioni industriali: rivista della Associazione lavoro e riceche, ISSN 1121-8762, Vol. 15, Nº. 3, 2005, págs. 621-661
• Idioma: italiano
• Títulos paralelos:
  • Justifications for dismissal for objective reasons in case law dealing with legitimacy
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• Resumen
  • English

    The paper takes as its starting point the fact that the existing case law in this area is extensive and highly fragmented, both in terms of the matters considered and the rulings handed down. It is therefore hard to identify any guidelines, as this area has not been dealt with in a systematic manner, particularly with regard to the complex interface with civil law provisions. The paper deals with a number of issues, ranging from the differences from the justification for dismissal for subjective reasons, and the objective reasons relating to the employee and the organisational choices of the employer, while examining problems relating to the limits of decision-making powers, the requirement to reallocate employees who have been dismissed, and redundancy schemes. The paper therefore aims to provide a critical analysis of certain underlying tendencies and to highlight certain matters of interest. Reference is made in particular to attempts to maintain the specific characteristics of dismissal for objective reasons, resisting the tendency to introduce subjective elements, and to the attempts to strike a balance between the employer’s managerial freedom and the stability of open-ended employment. In addition, reference is made to the identification of the limits to managerial prerogatives and in particular to the aim of increasing efficiency and profit as a justification for dismissals, showing that a number of rulings take the requirements of competitiveness into account, though they are less numerous than those that take the opposite approach. One issue that is particularly interesting at the moment is the relation between individual dismissal for objective reasons and collective redundancies: case law on this point tends not to take a favourable view of the justificatory reasons for redundancy, though various approaches are to be found. The paper concludes by arguing that although there are instances of a rigid approach, reflecting the traditional propensity to safeguard the weaker party, a reading of the sentences reveals that case law generally manages to strike a balance and to take the changing needs of production into account. The criticisms that are often made by certain legal scholars do not therefore appear to be justified.

  • italiano

    L’analisi del tema pone di fronte ad una giurisprudenza vastissima e assai frastagliata, tanto per varietà di fattispecie quanto per soluzioni adottate. è quindi assai arduo il compito di individuare delle linee guida, essendo la materia ben lungi dall’essere compiutamente sistematizzata, specie per quanto concerne i magmatici e irrisolti rapporti con la normativa civilistica. Il lavoro, attraverso un excursus che va dalla distinzione rispetto al giustificato motivo soggettivo all’analisi delle fattispecie giustificative oggettive inerenti la persona del prestatore e le scelte organizzative del datore, affrontando i problemi relativi ai limiti del sindacato giudiziale, al c.d. obbligo di repêchage e ai rapporti con i licenziamenti collettivi, tenta perciò di ricostruire in chiave critica alcune tendenze di fondo e di segnalare alcuni spunti di particolare interesse. Ci si riferisce in particolare al tentativo di mantenere la “purezza” dell’istituto, arginando l’ingresso di elementi “soggettivistici”, allo sforzo di trovare un equilibrio possibile tra la libertà organizzativa del datore di lavoro e la tendenziale stabilità del rapporto di lavoro a tempo indeterminato, alla individuazione dei limiti al sindacato giudiziale sulle esigenze organizzative del datore di lavoro e in particolare sulla idoneità dell’obiettivo di incrementare efficienza e profitti a giustificare il licenziamento, dove qualche pronuncia “si apre” alle esigenze della competitività, sia pure in un mare di pronunce orientate in senso opposto. Di particolare attualità è poi il problema dei rapporti tra licenziamento individuale per motivo oggettivo e licenziamenti collettivi: qui la giurisprudenza, in prevalenza orientata a disconoscere la rilevanza della causale giustificativa in caso di licenziamenti collettivi, offre diverse soluzioni. Benché non manchino punte irrigidenti condizionate dalla tradizionale propensione alla tutela del contraente debole, dalla lettura delle sentenze emerge il quadro di una giurisprudenza equilibrata e tutto sommato consapevole delle esigenze e della mutevolezza del mondo della produzione. Non sembrano dunque sempre condivisibili le critiche a questa giurisprudenza avanzate da una parte della dottrina.