Il contributo propone un’indagine nella civiltà secentesca, crocevia di classicismo e modernità, in un’ottica volta a rilevare le possibili stratigrafie e interferenze fra i codici della tradizione, letteraria, teatrale, iconografica e iconologica, e il delinearsi di un impegno intellettuale femminile non più avvertito come eccezione. In tal senso la riflessione sulla prismatica dimensione della donna nella scrittura e nella drammaturgia d’età moderna si snoda attraverso l’analisi di convenzioni, ruoli, scenografie teatrali che restituiscono l’immagine di un dialogo interculturale di respiro europeo. In particolare il tema della "coronatio" nel teatro d’opera si apre a contaminazioni di segni e di sensi che rimodulano la mappa concettuale delle forme sceniche, in cui la donna diviene tramite, se non artefice, di un movimento di emancipazione della scrittura e dalla scrittura.
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