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Recent progresses in muricid shell studies: challenge and future works.

  • Autores: Didier Merle, Roland Houart
  • Localización: Bollettino Malacologico, ISSN 0394-7149, Nº. 39, 9-12, 2003, págs. 161-176
  • Idioma: inglés
  • Texto completo no disponible (Saber más ...)
  • Resumen
    • English

      Numerous muricid shells have been described but unfortunately, the descriptions are often unsufficiently accurate to clearly characterize their diversity. This kind of imprecision is added to the morphological variation and increases the difficulty to classify them correctly. The traditional descriptive method has been reconsidered in the nineties and methodological progresses of comparative morphology were realized to perform muricid shell descriptions. They particularly concern the study of sculptural characters, for which structural homologies have been identified. After a historical analysis of the descriptive method from the 18th century until now, the interest of these progresses for phylogenetic and evolutionary approaches of the family is discussed. In this way, ontogenetic heterochronies in primitive muricids from the Lower Palaeogene (Poirieria and Paziella) and cladograms using shell characters are presented. The results using a performed descriptive method are promising, but still remain scarce. Perspectives for new works are given as an attempt to increase the relevance of these first results, while the references to the 80 studied or described species thanks the new descriptive method is listed.

    • English

      Una delle principali caratteristiche dei Muricidae è la presenza di un'elevata diversità morfologica nella scultura della conchiglia, acquisita nel corso della radiazione adattativa del gruppo, dal CampanianoMaastrictiano fino ad oggi. Questa diversità è particolarmente evidente nelle corde spirali, che possono variare in numero, ordine di apparizione, distribuzione lungo la conchiglia, morfologia e tipo di proiezione (spine, noduli, etc.), offrendo un carattere importante ai fini della comprensione dell’evoluzione di tutta la famiglia. Sfortunatamente, nel passato, molte specie non sono state descritte con sufficiente precisione ai fini di una chiara caratterizzazione della diversità morfologica del gruppo, introducendo così una notevole confusione. Questo tipo di imprecisioni, unitamente alla straordinaria variazione morfologica dell’ornamentazione, rende ancora oggi molto arduo il compito di delineare una corretta classificazione dei Muricidae. Tuttavia, a partire dagli anni novanta, grazie al fiorire degli studi di morfologia comparativa, sono state riconosciute nella scultura delle conchiglie dei muricidi alcune omologie strutturali; con questo tipo di informazione, unitamente ai classici metodi descrittivi tradizionali, è oggi possibile formulare nuove ipotesi di lavoro attingendo quindi da entrambi i campi. Nel presente contributo viene presentata una summa delle conoscenze morfologico descrittive relative al gruppo, a partire dal XVIII secolo fino ad oggi, ed i cladogrammi più recenti ottenuti dallo studio di caratteri morfologici, anatomici o molecolari vengono commentati. Inoltre, è applicato un nuovo metodo descrittivo di classificazione dell’ornamentazione basato su due stadi di analisi dei cordoni spirali: dapprima si stabilisce la corrispondenza ontogenetica degli stessi e, solo successivamente, la loro corrispondenza topologica. Con questo nuovo metodo, grazie alla standardizzazione della terminologia da usarsi per definire strutture omologhe, è possibile sia una descrizione oggettiva dell’ornamentazione longitudinale, sia la comparazione di questo tipo di scultura tra specie diverse. Il nuovo metodo è stato applicato a circa 80 specie di Muricidae sia viventi che fossili, riguardo alle quali vengono riportati i riferimenti bibliografici. Riguardo ad alcuni muricidi primitivi appartenenti ai generi Poirieria e Paziella, vengono anche illustrate e discusse alcune eterocronie ontogenetiche. I risultati ottenuti con il nuovo metodo descrittivo appaiono, nel complesso, molto promettenti anche perché consentono un’integrazione del dato paleontologico con quello zoologico; tuttavia, appare chiaro come molte più specie debbano essere prese in considerazione e molto altro lavoro resti ancora da fare prima di poter dare enfasi a questo tipo di approccio.


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