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Modelli regionali alla luce della riforma dei Centri per l’impiego. Un confronto fra Toscana e Lombardia

  • Autores: Francesco Pastore
  • Localización: Economía & lavoro: rivista quadrimestrale di politica economica, sociologia e relazioni industriali, ISSN 0012-978X, Vol. 51, Nº 3, 2017, págs. 189-198
  • Idioma: italiano
  • Texto completo no disponible (Saber más ...)
  • Resumen
    • Il saggio analizza due dei migliori modelli regionali di organizzazione dei servizi per l’impiego, quello lombardo e quello toscano, in vista dell’attuazione della riforma nell’ambito del Jobs Act (D.Lgs. 14 settembre 2015, n. 150). Dato l’esito abrogativo del referendum 2016 sulla riforma costituzionale Boschi-Renzi, continueranno a esservi diversi sistemi regionali. La Dote Unica Lavoro (DUL) lombarda prevede l’introduzione di un quasi-mercato, con voucher assegnati da centri pubblici e privati in base a profilazione con criteri oggettivi in diverse fasce di bisogno per limitare il cherry picking e il creaming, e una componente premiale che scatta, seguendo l’approccio black box anglosassone, solo dopo assunzione di almeno sei mesi per limitare il gaming. La DUL è servita da modello per la riforma nazionale, con alcune piccole differenze, come un ruolo di monitoraggio, controllo e valutazione del pubblico per evitare i conflitti d’interesse nella profilazione dell’utenza. Mentre recepisce la riforma, la Toscana assegna un ruolo maggiore alla previsione della domanda di formazione e lavoro, delegata agli operatori nella DUL, e alla formazione oltre che al solo collocamento.


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