Per assicurare l’effettivo godimento della libertà di religione e di coscienza del personale medico e sanitario, alcuni paesi europei hanno sviluppato e adottato norme che conferiscono a tali professionisti il diritto di rifiutare di partecipare a certi servizi medici e sanitari, per motivi religiosi, un diritto conosciuto anche come diritto all’obiezione di coscienza nei servizi medici e sanitari. Attualmente, in Svezia, non esiste un diritto del personale medico e sanitario di rifiutarsi di prestare - o partecipare a - procedure mediche contrarie al loro credo religioso o morale. Tuttavia, recentemente la questione dell’obiezione di coscienza è stata sollevata in Svezia a seguito del desiderio di svariate ostetriche di non prendere parte a procedure di aborto, in quanto in contrasto con le proprie convinzioni religiose. In questo commento, la questione dell’obiezione di coscienza all’aborto in Svezia è esplorata analizzando un recente caso sollevato di fronte al Tribunale del lavoro svedese (AD 2017 n. 23), concernente un’ostetrica, Ellinor, a cui era stato rifiutato l’impiego in svariate cliniche per donne sulla base della sua obiezione di coscienza all’aborto. Il caso è analizzato con particolare attenzione alle due questioni centrali trattate dal Tribunale del lavoro: la libertà di religione e il divieto di discriminazione per motivi religiosi.
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