Nikica Mihaljević, Sonja Carić
In Adua vengono messe a confronto due voci narranti, il padre e la figlia, mentre la Somalia e Roma segnano, in periodi diversi, le vite di entrambi. Con i cambiamenti della focalizzazione nel romanzo si conferma che la complessità del rapporto tra l’uomo e lo spazio è molto di più che una questione transculturale (bianco vs nero, italiano vs straniero); vi è soprattutto sottostante la dicotomia fra individuale e collettivo, vecchio e nuovo, reale e immaginario, maschile e femminile. Nell’intervento l’obiettivo è esaminare il modo in cui il cambiamento socioculturale avvenuto nell’arco di due generazioni abbia trasformato la percezione dello spazio dalla parte dei soggetti migranti.
In Adua there are two narrative voices being compared, the father and the daughter, while Somalia and Rome mark, at different times, the lives of both of them. With the changes of focus in the novel, it is confirmed that the complexity of the relationship between man and space is far more than a transcultural issue (white vs. black, Italian vs. immigrant); there exists, above all, the underlying dichotomy between individual and collective, old and new, real and imaginary, male and female. The aim of this study is to examine how sociocultural change over two generations has transformed the perception of space by migrant subjects.
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