L'anonimo commento all'Apocolocyntosis di Seneca conservato in tre manoscritti di Oxford (Balliol College, 130 e 136; Bod. Libr., Bodl. 292) non sembra potersi attribuire a Nicola Trevet, come in passato è stato fatto, ma a un suo allievo o seguace, che di frequente rimanda a commenti che Trevet aveva scritto per altre opere della latinità classica (fra cui un ipotizzato e finora sconosciuto commento ai Facta et dicta di Valerio Massimo) indicandolo con la sigla T.
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