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Resumen de Codici di Diodoro Siculo in latino: traduttori e dediche

Gabriella Pomaro

  • Le vicende delle traduzioni latine di epoca umanistica della Bibliotheca historica di Diodoro appaiono quanto mai intricate. La situazione è chiara solo per la versione dei primi cinque libri, commissionata da papa Niccolò V a Poggio Bracciolini e da questi inviata al pontefice con una lettera di dedica. La traduzione di altre parti dell'opera vennero affidate dal papa a Iacopo di San Cassiano, che morì prima di poter concludere il lavoro, e a Pier Candido Decembrio, la cui opera venne invece interrotta dalla morte del committente. L'articolo focalizza l'attenzione sul codice Barcelona, Bibl. de Catalunya, 628, nel quale sono contenute, in tre parti distinte, una traduzione parziale dei libri XIV-XV di Diodoro, alcune Annotationes autografe del Decembrio seguite dalla sua traduzione di una parte del XVI libro, e un sommario dell'opera di Diodoro attribuibile a Giovanni Tortelli; è possibile che questo codice sia un tentativo di ricomposizione, per iniziativa dello stesso Tortelli, di alcuni membra disiecta del Diodoro latino. In appendice vengono descritti, con corredo di tavole, il codice di Barcellona e i manoscritti Siena, Bibl. Comunale, K.V.18 e K.V.21, contenenti rispettivamente la traduzione dei primi cinque libri eseguita da Poggio (della quale viene trascritta la dedica), e una traduzione incompleta dei libri XI-XIV, copiata per iniziativa di Enea Silvio Piccolomini, di cui si riscontra la mano in postille e correzioni.


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