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Resumen de Un poème médiéval inconnu invoquant Moneta, mère des muses

Jérémy Delmulle

  • Oltre che epiteto di Giunone, Moneta è anche l'equivalente latino della Mnemosine greca. Si tratta in realtà di un'accezione rarissima, le cui uniche tracce antiche si danno nell'Odysia di Livio Andronico e nelle Fabulae di Igino. La recente pubblicazione, curata dallo stesso A., nel sito Libraria (http://www.libraria.fr/fr/editions/inventaire---longpont-notre-dame-abbaye-ocist-h-après-1678), del catalogo seicentesco della biblioteca cisterciense di Longpont (ms. Paris, BNF, fr. 24497) ha permesso di rinvenire una preziosa testimonianza della posterità medievale del nome Moneta a indicare la madre delle muse. Si tratta dell'invocatio Musarum contenuta in un poema medievale anepigrafo noto solo per il frammento (quattro versi in tutto) trascritto dal redattore dell'inventario di Longpont. Nella prima parte del saggio l'A., a partire dai dati offerti nel catalogo, cerca di stabilire il contesto codicologico in cui si collocava il testo: due item dell'inventario sono dedicati a descrivere la raccolta poetica contenente il frammento e la prima voce è identificabile col Liber de sacramentis di Pietro Pittore. L'A. tenta quindi di inserire, grazie alla presenza nel catalogo della parte iniziale del prologo e dei primi versi del testo, il perduto ms. di Longpont nell'insieme della tradizione del De sacramentis (ed. van Acker, CCCM 25; cfr. MEL I 1845). Il codice sarebbe da collegarsi al ramo beta e in particolare è possibile avvicinarlo a Lyon, BM, 42 (Lg), Oxford, Bodl. Libr., Bodl. 603 (Oc), Vat. Reg. lat. 270 (Vb), Wien, ÖNB, 1663 (Wb) e 982 (Wn), tutti discendenti di beta, ma appartenenti a rami diversi. Dopo l'edizione e la traduzione del frammento, l'A. svolge una sistematica analisi linguistica e stilistica dei versi, giungendo ad avanzare una plausibile proposta di attribuzione a Pietro Riga.


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