Ayuda
Ir al contenido

Dialnet


Resumen de Il fattore confessionale nel processo d'indipendenza dell'Uganda (1958-1969)

Paolo Borusso

  • Il saggio ricostruisce il ruolo del Democratic Party ed il suo impegno per uno sbocco democratico del processo d'indipendenza dell'Uganda. In un quadro di storica rivalità confessionale, in particolare tra cattolici e protestanti, s'innesta una lotta politica intrecciata all'appartenenza etnica. Tra indipendenza e post-indipendenza, il missionario comboniano p. Tarcisio Agostoni promuove una prospettiva «aconfessionale» con la formazione di una classe politica cattolica e di un partito ispirato al modello della Democrazia Cristiana in Italia, che rispondesse alle esigenze di una lotta politica in un sistema multipartitico. Dopo i primi successi ottenuti alla vigilia dell'indipendenza, il DP ed il suo leader, Benedicto Kiwanuka, si scontrano con il crescente peso acquisito dall' "Uganda People's Congress" di Milton Obote, radicato tra i gruppi etnici periferici, e poi dal "Kabaka Yekka", coalizione a base protestante, nella quale confluiscono anche molti musulmani. Le campagne denigratorie e il clima intimidatorio creato dai partiti anti-cattolici finiscono per travolgere il DP nelle elezioni del '62, incrinando la prospettiva aconfessionale e innescando un processo di involuzione autoritaria, sotto la guida di Obote, che conduce all'arresto e all'uccisione di Kiwanuka e all'ascesa del generale Idi Amin. Con la fine del Democratic Party viene a mancare l'unico elemento di mediazione in grado di contenere la radicalizzazione dello scontro, precludendo la possibilità di uno sbocco democratico al processo d'indipendenza.


Fundación Dialnet

Dialnet Plus

  • Más información sobre Dialnet Plus