Il mercato del lavoro italiano ha affrontato un intenso percorso di trasformazione negli ultimi quindici anni, nella direzione di una progressiva flessibilizzazione delle relazioni contrattuali. Le riforme sono intervenute “al margine”, riducendo i vincoli per l’assunzione di lavoratori con contratto a tempo determinato e introducendo nuove forme contrattuali “atipiche”, ma lasciando sostanzialmente inalterato il quadro delle tutele garantite ai dipendenti a tempo indeterminato. In assenza di interventi correttivi sul sistema degli ammortizzatori sociali, il quadro attuale sembra dunque aver contribuito ad accentuare le caratteristiche di dualità del mercato del lavoro. Il presente articolo si propone di fornire un’analisi delle molteplici disuguaglianze che emergono riguardo alla durata dei contratti di lavoro, raccogliendo considerazioni teoriche ed evidenze empiriche relative ai differenziali salariali e pensionistici, all’accesso alla formazione continua e alla probabilità di stabilizzazione degli occupati con contratti a tempo determinato. I risultati di questa analisi congiunta sembrano supportare l’ipotesi di un incremento della segmentazione del mercato del lavoro, in contrasto con quanto suggerito dal paradigma europeo della flexicurity.
© 2001-2024 Fundación Dialnet · Todos los derechos reservados