Prendendo le mosse dalla pubblicazione della monografia di Tiziano Zanato (2015) su Matteo Maria Boiardo, l'A. propone una disamina critico-filologica delle opere dell'umanista. Prima di concentrarsi sull'"Orlando innamorato" e sugli "Amorum libri", la studiosa, seguendo l'ordine del volume, passa in rassegna la 'dimensione politica e sociale, il codice bucolico e la novità del classicismo boiardesco' dei "Pastoralia", 'l'acceso sperimentalismo metrico' dei "Carmina in Herculem", la storia 'di sviluppo stilistico e concettuale' dei volgarizzamenti. In merito al canzoniere boiardesco, l'A. sostiene che esso 'nasce armato e intero dalla mente del suo autore' configurandosi 'sin dall'inizio un libro, sorretto da una logica interna'. Pertanto, è necessario 'valutare, in prospettiva quattrocentesca, quanto questa caratteristica sia eccezionale o quanto possa invece rientrare nella nuova declinazione della poesia lirica successiva all'umanesimo latino'.
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