What contribution has Umberto Eco’s historical fiction made to knowledge of the history of medieval philosophy? His first and most famous novel, The Name of the Rose (1980), had the merit of drawing the attention of the common reader to mediaeval thought, which is usually neglected and still not widely known. However, this portrayal was characterized by a negative and deforming image of medieval monasticism and its philosophical conceptions. By contrast the scholastic Middle Ages (Roger Bacon, Marsilius of Padua, and especially William of Ockham) were looked upon by Eco with very modern —even “postmodern”— eyes, so that very little was left of the Middle Ages themselves.
Qual è il contributo che Umberto Eco, in quanto romanziere, ha dato alla conoscenza della storia della filosofia medievale? Il primo e più celebre romanzo, Il nome della rosa (1980), ha indubbiamente il merito di aver attirato l’attenzione del comune lettore verso il pensiero del medioevo, solitamente trascurato o poco noto. Ma questa riscoperta è contrassegnata da un’immagine negativa e deformante del medioevo monastico e delle sue concezioni filosofiche. Invece il medioevo scolastico (Ruggero Bacone, Marsilio a Padova e soprattutto Guglielmo di Ockham) viene letto da Eco con occhi molto moderni, anzi “postmoderni”, per cui del pensiero medioevale in se stesso rimane molto poco.
© 2001-2024 Fundación Dialnet · Todos los derechos reservados