L’autore, ricostruita la fattispecie concreta che ha portato all’assegnazione del ricorso alle Sezioni unite e dopo aver esposto serie perplessità in ordine alla sussistenza dei requisiti giustificativi di tale scelta, esamina il nucleo principale del ragionamento con il quale la sentenza, pur riconoscendo l’esistenza di una “tensione” concettuale tra gli articoli 581 e 597 c.p.p., aderisce all’orientamento secondo cui il requisito di specificità estrinseca dei motivi di impugnazione non vale solo per il ricorso in cassazione, ma anche per l’appello. Sebbene la suddetta conclusione appaia coerente con l’esigenza di attribuire all’appello una struttura compatibile con il modello accusatorio, il percorso interpretativo tracciato dalle Sezioni unite svela, ancora una volta, la tendenza di quest’ultima a sostituirsi al legislatore. Infine, l’Autore, nel rimarcare alcune affermazioni della sentenza idonee a delimitarne la portata (in particolare, la necessità di correlare la specificità richiesta all’atto di appello al tasso di determinatezza della motivazione della decisione impugnata), segnala la concreta possibilità che il principio di diritto elaborato dalle Sezioni unite s’inserisca in un più ampio disegno giurisprudenziale, volto a ridurre fortemente l’ambito di operatività del giudizio di secondo grado.
The author, reconstructed the concrete case that led to the assignment of the recourse to the Plenary Court of Cassation and expressed serious doubts regard to the existence of the justificatory requirements of that choice, he examines the main reasoning through which the judgment, while acknowledging the existence of a conceptual “tension” between Articles 581 and 597 cpp, adheres to the orientation that the requirement of extrinsic specificity of the grounds of appeal applies not only to the application in cassation but also to the appeal. Although this conclusion appears to be coherent with the need to attribute to the appeal a structure compatible with the accusatory model, the interpretative path traced by the Plenary Court reveals once again the tendency of the latter to replace the legislator.
Lastly, the author, pointing out certain statements of the judgment capable of delimiting its scope (in particular, the need to correlate the specificity required by the appeal with the rate of determination of the grounds of the contested decision), emphasizes the fact that the principle of law produced by the Plenary Court enters into a wider jurisprudential project aimed at greatly reducing the applicability range of the second instance judgment.
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