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Crimini contro la legge e leggi criminali. Porte aperte di Leonardo Sciascia, tra letteratura e cinema

  • Autores: Alessandro Marini
  • Localización: Altre Modernità: Rivista di studi letterari e culturali, ISSN-e 2035-7680, Nº. 15, 2016 (Ejemplar dedicado a: La finzione della legge. Crimine, giustizia, fatti e finzione), págs. 202-213
  • Idioma: italiano
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  • Resumen
    • La complessità del rapporto tra individuo e legge è la problematica centrale nella riflessione di Porte aperte (1987), uno degli ultimi romanzi di Leonardo Sciascia. La vicenda prende le mosse da un fatto di cronaca nera: un triplice omicidio nella Palermo del 1937, in fascismo imperante. L’assassino è un ex impiegato di una corporazione, ampiamente colluso con il potere e poi improvvisamente licenziato: il suo perverso disegno di vendetta colpisce la moglie, il collega che lo ha sostituito e l’avvocato Bruno, fascista ben noto in città e responsabile dell’ufficio in cui l’omicida aveva lavorato. Porte aperte guarda prevalentemente al processo che seguì i fatti;

      protagonista del romanzo diviene così il “piccolo giudice” chiamato in corte d’assise a far parte della giuria come membro togato, che, contro le pressanti aspettative del regime, dei suoi superiori e dell’opinione pubblica, riesce a evitare la condanna a morte dell’imputato, anche grazie alla sensibilità e al coraggio di un agricoltore autodidatta e illuminato, ora giudice popolare, assolutamente estraneo al minaccioso clima di propaganda che esige una sentenza esemplare, e intimamente deciso alla difesa di un diritto naturale e non negoziabile.


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