Resumen de C'è posto per una chiesa sussidiaria in parrocchia?
- English
The short note takes into consideration the issue of subsidiary churches, which originated in past times in great numbers. Today, a mentality directed more at highlighting the rigorous functionality of a place of worship to the worship needs of a parish community, risks belittling the value of subsidiary churches, at times destined to a gradual abandonment, till they are dismissed and alienated. Such prospective becomes more concrete especial/y in those situations where there is taking place a radical rethinking of the Church in the territory through the reorganization of the parish network. The note highlights how the Code and the liturgical texts assume the existence of subsidiary churches, both far particular liturgical celebrations, as well as for liturgical and pastoral services to be offered to groups or different particular communities of the faithful. The author, in the light of what the Code prescribes with respect to Rectories, asks whether in fact it would be useful to elaborate, far subsidiary churches, a true and proper statute, or at least a specific decree by the bishop, which guarantees in time the existence and the destination to cult and especially outlines an identity, also juridically relevant, that would help the authorities and the faithful to make all that is possible to avoid their dismissal or alienation.
- italiano
La breve nota prende in esame la questione delle chiese sussidiarie, nel _ passato sorte in grande numero. Oggi una mentalita piú orientata a evidenziare la rigorosa funzionalità di un luogo sacro alle esigenze di culto della comunità parrocchiale rischia di sminuire il valore delle chiese sussidiarie, talvolta destinate ad un graduale abbandono, fino alla dismissione e alla alienazione. Tale prospettiva si fa piú concreta soprattutto nelle situazioni in cui è in atto un radicale ripensamento della presenza della Chiesa nel territorio attraverso la riorganizzazione del tessuto parrocchiale. La nota sottolinea come il Codice e i libri liturgici presuppongano l'esistenza di chiese sussidiarie, sia per particolari celebrazioni liturgiche, che per il servizio liturgico e pastorale da offrire a gruppi o a particolari comunita di fedeli. L'autore, alla luce di quanto il Codice prescrive in relazione alle rettorie, si interroga circa l'opportunita della elaborazione, per le chiese sussidiarie, di un vero_e proprio statuto, o almeno di uno specifico decreto del vescovo, che ne salvaguardi nel tempo l'esistenza e la destinazione al culto e soprattutto ne tratteggi una identità anche giuridicamente rilevante che aiuti autorità e fedeli a fare il possibile per scongiurarne la dismissione e l'alienazione.
