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L'omonimia nel lessico italiano

    1. [1] Tuscia University

      Tuscia University

      Viterbo, Italia

  • Localización: Studi di Lessicografia Italiana, ISSN 0392-5218, Vol. 33, 2016, págs. 187-228
  • Idioma: italiano
  • Texto completo no disponible (Saber más ...)
  • Resumen
    • English

      This paper presents a detailed analysis of Italian homonyms based on HOMO,a database that the author compiled by manually checking all the inflectional forms of the lexemes registered in the most comprehensive Italian dictionary the Grande dizionario italiano dell’uso (Gradit). While in Gradit only 14537 lexemes (about 9% of the total number of lemmas) are homonymous in their citation form HOMO includes 112,344 forms of 35,557 lexemes (about 14%· of Gradit lemmas).Data show that the development of homonymy is strongly related to both inflectional richness and morphological structure of lexemes: verbs give rise to the highest number of homonyms (54% of HOMO forms) and the percentage of homonymous forms is much greater in those lexemes that constitute the basic vocabulary high-frequency lexemes which tend to be shorter and structurally simple. As for the distinction between homonymy and polysemy, data confirm that it should be thought of as gradual rather than clear-cut since the criterion usually invoked in this respect irrelatedness of etymology, applies only to 50% of homonymous forms. The distinction between absolute and partial homonyms is also best seen as a scale where the highest level is represented by forms that have all the definitory properties of absolute homonyms (i.e. being forms of distinct lexems, phonetically and graphically identical and etymologically irrelated, that belong to the same lexical category and whose paradigm includes the same set of forms).

    • italiano

      L’articolo presenta un’analisi dell’omonimia in italiano a partire da HOMO, un database di omonimi che l’autrice ha compilato prendendo in considerazione tutte le forme dei lessemi registrati dal Grande dizionario italiano dell’uso (Gradit). Nel Gradit l’omonimia coinvolge le forme di citazione di 14.537 lessemi pari a circa il 9% del lemmario mentre HOMO include 112.344 forme di 35.557 lessemi pari al 14% dei lemmi del Gradit. Lo sviluppo di omonimie appare correlato sia alla ricchezza del paradigma sia alla struttura morfologica dei lessemi: il maggior numero di omonimi è generato dai verbi (54% di HOMO) e la fascia d’uso più “omonimigena” è il vocabolario di base formato da lessemi di alta frequenza le cui forme sono perciz più brevi e morfologicamente più semplici. L’analisi avvalora la tesi che la distinzione tra omonimia e polisemia sia da concepire in modo graduale, poiché solo il 50% delle forme in HOMO non ha alcuna relazione etimologica con i suoi omonimi. Anche la distinzione tra omonimi assoluti e parziali risulta più efficace se concepita in modo graduale, quindi si propone una scala di omonimia che vede al massimo grado le forme che hanno tutte le caratteristiche tipiche degli omonimi assoluti (sono riconducibili a lessemi diversi, omofoni e omografli, cui etimologie sono irrelate che appartengono alla stessa categoria lessicale e il cui paradigma include lo stesso insieme di forme) e all’estremo opposto le forme la cui unica caratteristica è quella di appartenere a lessemi diversi.


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