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Note sull’impiego del laterizio in Asia Minore durante l’età imperiale

    1. [1] Università Roma Tre
  • Localización: Archeologia dell'architettura, ISSN-e 2038-6567, ISSN 1126-6236, Vol. 20, 2015 (Ejemplar dedicado a: Il Laterizio nei cantieri imperiali. Roma e il Mediterraneo: atti del I Workshop "Laterizio" (Roma, 27-28 novembre 2014) / coord. por Évelyne Bukowiecki, Rita Volpe, Ulrike Wulf-Rheidt), págs. 171-178
  • Idioma: italiano
  • Títulos paralelos:
    • Notes on the use of brick in Asia Minor during the imperial period
  • Texto completo no disponible (Saber más ...)
  • Resumen
    • italiano

      Con la definitiva annessione delle regioni dell’Anatolia all’Impero romano, si registrò un incremento generale di prosperità, le cui conseguenze sono riscontrabili negli sviluppi monumentali di tutta la regione. Gli esiti sono ampiamente noti: alla consolidata esperienza ellenistica si affiancò la tradizione costruttiva romana, con l’introduzione di nuove tipologie architettoniche e di modalità costruttive (primo tra tutti l’opus caementicium). In questo scenario ci si potrebbe attendere un ruolo molto importante per il mattone cotto, sconosciuto precedentemente. In realtà la sua introduzione fu relativamente tardiva (a partire dal periodo flavio) e il suo impiego fu inferiore a quanto si può riscontrare a Roma. L’adozione del mattone quale elemento costruttivo, del resto, non fu una ricezione passiva e conforme ai modelli occidentali. Ciò si può cogliere ad esempio nelle dimensioni diverse dagli standard romani. Per quanto riguarda la messa in opera, oltre alla modalità canonica di impiego del mattone (spezzato triangolarmente), si registrano esempi di paramenti in mattoni posti in opera nella forma quadrata o rettangolare. Ancora più singolare è un altro uso del mattone in Asia Minore durante l’età imperiale, quello in cui non si registra la presenza di un nucleo in cementizio, con strutture realizzate integralmente in laterizi.

    • English

      After the complete annexation of the Anatolian regions to the Roman empire, a general increased prosperity is attested, whose direct effects on monumental programmes are clearly perceptible in the whole region. The related consequences are well-known: the Roman construction traditions, introducing new architectural typologies and new building techniques (first of all opus caementicium) were adopted alongside the consolidated Hellenistic experience. In this framework, we would have expected a very important role to be played by fired bricks, previously unknown. Actually, instead, their introduction was rather late (starting from the Flavian period) and the employment was minor compared to what occurred in Rome. After all, the adoption of bricks as building elements cannot be considered as a passive reception and was not always compliant with western models. This is evident, for instance, if we consider their dimensions, which are different from Roman standards. For what concerns the setting, beyond the canonical use of bricks (cut into triangles), facings using square or rectangular bricks are also attested. Even more peculiar is another kind of use of bricks in Asia Minor during the Imperial period, with structures built using only bricks without having a core in opus caementicium.


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