Oxford District, Reino Unido
L’articolo esamina una particolarità della morfologia nominale nel dialetto calabrese di Bocchigliero, dove i sostantivi plurali con suffisso -i ([i]) sono associati unicamente al genere maschile, e quelli con suffisso –e ([e]) al genere femminile, indipendentemente dal genere del singolare e, almeno fino agli anni Venti del Novecento, indipendentemente dal genere biológico del referente (si veda muglìera (F.SG) / muglìeri (M.PL) ‘moglie’ in Scafoglio (1928-31)).
Si osserva che lo sviluppo dei plurali con suffisso -i ([i]) è il risultato di un’operazione di ‘conguaglio’ (nel senso di Migliorini 1957) tra desinenza e genere che non è sconosciuto nelle lingue romanze. Sono noti i casi di metaplasmo del tipo latino PROPHETA (M) > provenzale profeta (F) in cui la desinenza provoca un cambio di genere (direzione ‘DeclensionFirst’ per usare la terminologia di Enger 2004), o del tipo latino EREMITA (M) > italiano romito (M), in cui è il genere a provocare un cambio della desinenza (direzione ‘GenderFirst’). Tuttavia, nel caso del bocchiglierese, questa operazione non è di natura sporadica ma sistemica.
A livello sistemico, inoltre, si deve notare la asimmetria tra singolare e plurale nella direzione del cambiamento. Nel plurale è sempre la desinenza a determinare il cambio di genere (DeclensionFirst) mentre nel singolare si registra la tendenza opposta (GenderFirst).
In questo studio si afferma che è appunto la co-esistenza di questi due fattori a livello sistemico, da un lato il conguaglio tra desinenza e genere e dall’altro la asimmetria tra plurale e singolare nella direzione del cambiamento, a provocare l’emergere di un nuovo tipo di genus alternans romanzo (F.SG/M.PL, cfr. chilla cruce/chilli cruci ‘quella croce/quelle croci’). Questo tipo, con accordo femminile al singolare e maschile al plurale, è speculare a quello che troviamo nel rumeno (M.SG/F.PL) (cfr. acest timp/aceste timpuri ‘questo tempo/questi tempi’) e in molte varietà italo-romanze meridionali incluso il bocchiglierese (si veda, ad esempio, chillu tı̀empu (M.SG)/chille uretı̀emp (F.PL) ‘questo tempo/questi tempi’), e di cui l’italiano mostra vestigia nel tipo il braccio/le braccia.
Benché, dunque, lo scopo del presente lavoro sia principalmente descrittivo, esso contribuisce a livello teorico alla comprensione di come un genus alternans possa svilupparsi e sopravvivere in un sistema linguistico.
Si osserva inoltre come vi siano nell’italoromanzo paralleli tipologici in cui si ha, mutatis mutandis, il conguaglio sistemico tra desinenza plurale e genere con esiti diversi rispetto a quelli del bocchiglierese, come nel caso della invariabilità morfologica nei nomi femminili maceratesi che continuano la III declinazione latina (cfr. la nɔtte/le nɔtte (< latino NOCTEM (F)) ma lu fʝore/li fʝuri (< latino FLOREM (M)).
Si propone, infine, un’analisi di natura speculativa sui fattori che possano contribuire all’emergere del conguaglio sistemico nel bocchiglierese, ovvero una situazione di détresse phonologique che metta in pericolo la sopravvivenza e funzionalità della flessione nominale e dell’intero sistema d’accordo, causando una reazione di ipercorrettismo che si manifesta con l’associazione biunivoca di singoli affissi (vocalici, in questo caso) con singole combinazioni di tratti (in questo caso genere e numero cumulati).
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