Il saggio prende avvio dalla riflessione stimolata da una recente sentenza della Corte di cassazione, che ha esplicitamente cambiato l’orientamento consolidato della stessa Corte in materia di licenziamento discriminatorio, riconoscendo la discriminazione diretta per ragioni di sesso della lavoratrice licenziata perché intende assentarsi dal lavoro per sottoporsi ad inseminazione artificiale. L’Autrice condivide tale nuovo orientamento della Corte, fondato - a suo avviso - su una corretta distinzione tra la nozione oggettiva di discriminazione e la nozione soggettiva di motivo illecito unico e determinante. Nel saggio l’Autrice ricostruisce la nozione di licenziamento discriminatorio esaminandone criticamente l’applicazione giurisprudenziale, e soffermandosi, nella parte conclusiva, sul problema del regime dell’onere della prova.
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