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L’acquisizione da remoto di dati digitali nel procedimento penale: evoluzione giurisprudenziale e prospettive di riforma

  • Autores: Paola Felicioni
  • Localización: Processo Penale e Giustizia: Rivista di dottrina e giurisprudenza, ISSN-e 2039-4527, Nº. 5, 2016, págs. 118-138
  • Idioma: italiano
  • Títulos paralelos:
    • Remote digital data capture in criminal proceedings: evolution of the case-law and prospects for reform
  • Enlaces
  • Resumen
    • English

      The Joint Sections of the Supreme Court are aware of the technical characteristics, the intrusiveness and the cognitive potential of the Remote Control System. In this context, they settle the judicial dispute on the use of this technological tool during the preliminary investigation; they offer a clear interpretation of the legislation related to interception of communications and conversations between the participants both with reference to the procedural code discipline, and with the special regulation concerning racketeering crimes. If the use of Trojan virus is admissible under the exceptional rules laid down by Art. 13, Decree Law n. 152 of 1991 concerning racketeering crimes (related to an overly broad definition of racquet which the Supreme Court accepts) the use of this insidious IT tool, which is difficult to control, it remains inhibited while the proceedings deals with common crimes.

      The decision of the Joint Sections represents an inevitable haven which is necessary to compensate the inertia of the Parliament; it should be read, above all, as an important reminder to the legislator, who is demanded to regulate the topic and take charge of the all the issues, old and new ones, that characterise this peculiar species of scientific evidence.

    • italiano

      Le Sezioni Unite della Corte di cassazione, consapevoli delle caratteristiche tecniche, della capacità intrusiva e delle potenzialità cognitive del c.d. “captatore informatico” compongono il contrasto giurisprudenziale sull’impiego di tale strumento tecnologico nelle indagini preliminari, operando una limpida esegesi del dato normativo in materia di intercettazioni di comunicazioni e di conversazioni tra presenti con riferimento alla disciplina sia codicistica, sia speciale relativa ai reati di criminalità organizzata. Se l’uso del virus trojan è ammissibile nell’ambito della disciplina eccezionale dettata dall’art 13, d.l. n. 152/1991 per i reati di criminalità organizzata, della quale la Suprema Corte accoglie una nozione che appare eccessivamente ampia, il ricorso a tale insidioso strumento informatico, difficilmente controllabile, rimane inibito nei procedimenti per tutti gli altri reati. La sentenza delle Sezioni Unite costituisce un inevitabile intervento volto a supplire all’inerzia parlamentare e deve essere letta soprattutto come importante sollecitazione al legislatore, chiamato a disciplinare la materia facendosi carico dei problemi, vecchi e nuovi, che caratterizzano questa peculiare species di prova scientifica.


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