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Le intercettazioni tra presenti mediante “captatore informatico” sono legittime nei procedimenti per delitti di criminalità organizzata: Corte di Cassazione, Sezione Unite, sentenza 1° luglio 2016, n. 26889 – Pres. Canzio; Rel. Romis

  • Localización: Processo Penale e Giustizia: Rivista di dottrina e giurisprudenza, ISSN-e 2039-4527, Nº. 5, 2016, págs. 100-117
  • Idioma: italiano
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    • English

      In tema di intercettazioni di conversazioni o comunicazioni, ai fini dell’applicazione della disciplina derogatoria delle norme codicistiche prevista dall’art. 13 del d.l. n. 152 del 1991, convertito dalla legge n. 203 del 1991, per procedimenti relativi a delitti di criminalità organizzata devono intendersi quelli comunque elencati nell’art. 51, commi 3-bis e 3-quater, cod. proc. pen. nonché quelli comunque facenti capo ad un’associazione per delinquere, con esclusione del mero concorso di persone nel reato.

    • italiano

      Limitatamente ai procedimenti per delitti di criminalità organizzata, è consentita l’intercettazione di conversazioni e comunicazioni tra presenti, mediante l’installazione di un “captatore informatico” in dispositivi elettronici portatili (quali personal computer, tablet, snartphone ecc.), anche nei luoghi di privata dimora ex art. 614 c.p., pure non singolarmente individuati ed anche se ivi non si stia svolgendo l’attività criminosa.


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