Il paper intende offrire un contributo per comprendere il ruolo della «scuola di Firenze», animata da Ernesto Codignola, nel rinnovamento della pedagogia laico-democratica nel secondo dopoguerra, e il particolare il loro impegno nella diffusione in Italia della proposta pedagogia di John Dewey nel rinnovamento dei riferimenti al di là dell’influenza del tradizionale neoidealismo. Attraverso lo spoglio di Scuola e città, la pubblicazione periodica del gruppo, si valuterà il ruolo del riferimento a Dewey nell’elaborazione delle proposte relative alla politica scolastica e a possibili provvedimenti legislativi di riforma della scuola. Si mostrerà fino a che punto il «laboratorio» deweyano di Firenze contribuì a far emergere e a modulare le posizioni di fondo che uno dei suoi esponenti, il figlio di Ernesto Codignola Tristano, promosse nel dibattito parlamentare degli anni Sessanta in qualità di responsabile Scuola del PSI. Il paper si concentrerà soprattutto su tre temi fondamentali: la valutazione ai programmi ministeriali per la scuola primaria, elaborati alla metà degli anni Cinquanta e caratterizzati da un aggiornamento didattico considerato dalla rivista parziale e contraddittorio; la scuola secondaria di primo grado universale, concepita secondo il modello istituzionale della comprehensive school, e orientata allo stimolo attivo di interessi e attitudini degli studenti; la riforma dell’amministrazione scolastica, in risposta al permanere del centralismo prebellico e dei caratteri autoritari della tradizione pedagogica italiana.
The paper analyses the role of Ernesto Codignola’s «Florence School of Pedagogy» in the renewal of Italian democratic and secular education after World War II, particularly its commitment to the diffusion of John Dewey’s educational thinking across Italy, previously dominated by the influence of traditional neo-idealism. Through a systematic analysis of the journal Scuola e Città, the group’s mouthpiece, the paper highlights the importance of Dewey’s ideas in the elaboration of educational policy proposals and potential legislative measures for school reform. It analyses the extent to which the «Deweyan laboratory» in Florence contributed to the emergence and foundation of the positions held by one of its exponents, Ernesto Codignola’s son Tristano – the Italian Socialist Party’s Education minister, in the parliamentary debate of the Sixties. The paper focuses on three main themes: (i) assessment of the government’s primary school curricula, drawn up in the mid-fifties, characterized by an overhaul of the existing educational practices, which Scuola e città authors considered to be insufficient and contradictory; (ii) universal access to a junior secondary education along the lines of the comprehensive school model to guide the active stimulation of students’ abilities and interests; and (iii) school administration reform in response to the persistence of pre-war centralism and the authoritarian character of traditional Italian pedagogy.
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